IN MEMORIA DI MAURIZIO BOSSI

 

 

 

 

Maurizio Bossi si è spento il 21 aprile, sostenuto dalla dedizione straordinaria di Aurora, Alma e delle sorelle Sandra e Giovanna. Non è rituale ricordare che fin quando ha potuto Maurizio ha continuato a svolgere con quell’entusiasmo e quella carica umana noti a chi gli è stato vicino, il suo impegno di intellettuale e di organizzatore di cultura. L’Accademia delle Arti del Disegno, dove era divenuto Presidente della Classe di Discipline Umanistiche e Scienze, ha realizzato anche dopo la sua scomparsa iniziative da lui fortemente volute, e procede lungo il solco da lui tracciato.

Maurizio ha segnato la vita culturale cittadina a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso con la miriade di progetti realizzati per il Gabinetto Vieusseux, dove entrò prima ancora di conseguire la laurea in filosofia con il professor Paolo Rossi, maestro nella storia della filosofia e delle idee. Lo incontrai a Palazzo Strozzi venticinque anni fa, quando ricopriva già la carica di Direttore del Centro Romantico. Molti fiorentini lo avevano apprezzato per la mostra “Leopardi, Vieusseux e Firenze”, curata nel 1987-88 nella Biblioteca Medicea Laurenziana.

Maurizio aveva un’idea chiara della missione di un prestigioso Centro di Cultura come il Vieusseux: aprirsi alla cittadinanza, rivolgersi ai giovani e alle periferie. Per “Raccontare la periferia” contribuì a realizzare nel 2005 un Premio di diaristica e di testimonianze narrative inedite, sostenuto anche dal Comune di Firenze, arrivato alla IV edizione nel 2011.

La straordinaria quantità di convegni, seminari, curatele di volumi prodotta da Maurizio, il suo ruolo sempre importante ricoperto in vari istituti culturali, dalla Società Italiana per lo Studio dei rapporti tra Scienza e Letteratura al British Institute, all’Institut Français di Firenze, all’Associazione Amici dell’Istituto Francese di Firenze, che contribuì a fondare il 20 aprile 2000, per sostenere l’Institut Français, che rischiava la chiusura, non sono comprimibili in poche battute e sono segnati dalla convergenza di un’acutissima competenza filosofica e filologica, e di una vocazione alla divulgazione di qualità, rivolta soprattutto ai giovani.

Anche la costituzione di “Vieusseux-Asia”, con Fosco Maraini, non ha soltanto reso patrimonio fiorentino gli oltre novemila volumi della Biblioteca orientale di Maraini. Con “Vieusseux-Asia” Maurizio ha promosso una rete di rapporti, soprattutto con il Giappone, ancora attivi, a partire dal gemellaggio tra Firenze e Kyoto, che lo scorso anno ha celebrato il 50° Anniversario. E che cosa sarebbero stati gli studi leopardiani senza i convegni, i seminari, le presentazioni librarie, organizzati da Maurizio, sempre con la più alta qualità, anche in collaborazione con il Centro Nazionale di Studi Leopardiani.

Il suo sorriso, il suo entusiasmo mettevano in moto le più diverse energie. Non l’ho mai visto scoraggiato o deluso. Non dimenticherò, non dimenticheremo il suo entusiasmo.

Gaspare Polizzi

 

 

Già ricordato per le sue doti umane e professionali, Maurizio Bossi merita una particolare espressione di gratitudine da parte dell’Accademia delle Arti del Disegno, che mi onoro di presiedere succedendo al presidente emerito Luigi Zangheri, che appunto con Maurizio ha vissuto negli ultimi anni una stagione di felice collaborazione.

Un rapporto più che decennale ha legato Maurizio Bossi all’Accademia, da quando fu eletto Accademico Onorario nel 2004 per passare ad Accademico Ordinario nel 2012 e nello stesso anno Tesoriere Economo, per essere infine eletto Presidente della Classe di Discipline Umanistiche e Scienze nel 2013.

Quest’ultimo incarico lo ha visto presente e attivo fino a che gli è stato possibile, con assoluta dedizione e vivace impegno, tanto da costituire un modello esemplare di condotta accademica. Al servizio di quest’antica istituzione, e quindi della cultura in ogni sua espressione, Maurizio ha riversato tutto il suo vissuto di portatore di un’esperienza culturale altamente specialistica, ma al tempo stesso comunicabile e comunicata ad un vasto pubblico. Per il sociale appunto ha sempre manifestato interesse e impegno, occupandosi specialmente del racconto delle periferie.

L’impronta internazionale del Gabinetto Vieusseux, lo sviluppo della “suo” Centro Romantico in direzione dell’Asia impresso dall’acquisizione del Fondo Maraini, resa possibile da Maurizio stesso, sono divenuti grazie a lui un patrimonio condiviso all’interno dell’Accademia e linee guida di iniziative che lo hanno visto protagonista.

Certa che il suo lascito continuerà a vivere nell’Accademia col suo potere d’esempio e d’ispirazione, rivolgo a Maurizio, a nome di tutti i professori, un grande affettuoso saluto.

Cristina Acidini