Il fatto che la data odierna, il 27 aprile, sia anche, per un fortunato concorso di circostanze, la data del giorno dell'inaugurazione dell'Institut Français de Florence (IFF), avvenuta il 27 aprile del 1908, rientra fra quelle corrispondenze a distanza, fra quelle coincidenze felici che hanno portato alla creazione di un polo di francesistica alla Lazzerini-Campolmi, gemello del polo di Palazzo Lenzi, nonché alla messa in opera di un progetto pilota di fruibilità su scala regionale, e non solo, dell'intero patrimonio librario di quest'Istituto che ne mantiene la proprietà.
L'IFF, ricordiamolo ancora una volta, è il primo Istituto al mondo nel suo genere ed è il prototipo di quel sistema di "esportazione-importazione" di libri e cultura che dette vita, per opera del suo stesso fondatore Julien Luchaire, all'Institut International de Coopération Intellectuelle in seno alla Società delle Nazioni, progenitore dell'Unesco.
La fruibilità di questi importanti fondi, distribuiti con oculatezza tra i due poli, sarà determinata, alla base, dall'informatizzazione di essi condotta di concerto sui due versanti, fiorentino e pratese.
Il deposito "ragionato" -in modo, cioè, che la concezione unitaria della Biblioteca creata da Luchaire non venga snaturata- di più di trentamila volumi (sui sessantamila della Biblioteca dell'Istituto stesso) presso la Lazzerini-Campolmi, nonché di molta parte della sua ricca emeroteca, consentirà -grazie all'alta qualità del servizio, compreso quello di navetta- la valorizzazione delle raccolte di francesistica che saranno presenti in entrambi i poli. Attorno a queste raccolte ruoteranno molteplici attività secondo principi di fruizione e diffusione del libro, e della cultura che esso veicola, auspicati proprio dal Manifesto, datato 1995, di quell'Unesco che J. Luchaire ha contribuito idealmente a costruire.
Oggi, Ambasciata di Francia, Regione Toscana, Provincia e Comune di Prato, Istituto Francese, Biblioteca Lazzerini, Gabinetto Vieusseux, Ente Cassa di Risparmio, Amici dell'Istituto Francese, sono tutti promotori e fruitori di un momento epocale non molto diverso, nella dimensione profondamente interculturale, di apertura, di relazione e di scambio, da quello che condusse all'ideazione e alla fondazione a Firenze dell'Institut Français. "Consolato intellettuale" sul suolo italiano, l'IFF nasce e si sviluppa attraverso teorie e pratiche politiche che vedono nella cultura, compresa quella del libro, un mezzo di diffusione di relazioni di pace tramite l'incontro con l'Altro: l'Altro è lo strumento privilegiato della conoscenza di Sé, considerazione sulla quale J. Luchaire basò la sua attività di professore all'Istituto e di suo primo direttore.
Come ricorda Isabelle Renard nella sua bella e documentatissima tesi di dottorato, J. Luchaire ambiva a sviluppare profondamente le relazioni internazionali in modo da giungere ad un "colloque" (un convegno, un incontro) fra i diversi popoli.
Oggi, siamo qui riuniti dall'amore per i libri, che era il suo, per il potere democratico che essi esercitano tramite la loro diffusione e fruizione, per il loro valore politico-culturale e psico-sociologico. È questo amore che, in fondo, ha sostanzialmente favorito, per riprendere il filo di questo incontro, coincidenze, incontri fortunati; che ha permesso il raggiungimento del momento giusto perché tante forze politiche, culturali, finanziarie, concorressero al progetto d'avanguardia di cui stiamo festeggiando la realizzazione. Un concorso di circostanze favorevoli, dunque, che ha veramente premiato un lavoro, che l'Associazione Amici dell'Istituto Francese (1) ha svolto per alcuni anni, finalizzato alla salvaguardia sul suolo italiano, alla visibilità e fruibilità di una Biblioteca come quella dell'IFF nella quale e intorno alla quale -si pensi al ruolo allora fondamentale delle riviste- prende le sue mosse molto del Novecento italiano.
Il progetto di Julien Luchaire, alla stregua del nostro, si pone nella contemporaneità, riassumibile nell'idea di circolarità della cultura e di evoluzione dei luoghi che tale cultura ospitano quali le biblioteche, viste come bellissimi organismi in trasformazione continua. Perché tale trasformazione si verifichi occorre che paradossalmente il tempo della storia sia in costante sincronia col presente.
Per questo J. Luchaire aveva voluto che l'organismo biblioteca fosse strettamente correlato all'insegnamento della lingua, letteratura e cultura francese e italiana e dalla ricerca in questi settori: l'acquisto di opere doveva, infatti, accompagnarsi alla pubblicazione di opere scientifiche, volumi e riviste, a cura dell'Istituto e dei suoi collaboratori francesi e italiani.
L'IFF è visto dal suo fondatore come laboratorio scientifico, fabbrica di cultura; con lo stesso appellativo è definita giustamente la Lazzerini-Campolmi che anche grazie all'acquisito fondo di francesistica tesse, in sinergia con l'Istituto stesso, ulteriori legami interdisciplinari e interculturali.
In questa direzione, la stessa Lazzerini-Campolmi sarà il punto di riferimento di un catalogo virtuale delle raccolte di francesistica presenti sul territorio regionale, non ultima quella appartenente al pregevole Fondo Martini della Forteguerriana di Pistoia.
L'informatizzazione di tali raccolte sarà, tra l'altro, funzionale allo studio di una lingua e cultura che si attesta ancora come fondamentale nell'attuale assetto culturale e socio-economico italiano ed europeo. Il Francese (Storia del teatro) è materia e insegnamento presente all'interno del DAMS fiorentino; rimane oggetto di studio e materia di laurea all'interno di Lingue e Letterature straniere; è lingua fondamentale a Scienze politiche. I diplomi DELF/DALF, rilasciati dall'IFF sono oggetto di domanda da parte di un vastissimo pubblico scolastico; largamente richiesti anche i corsi dell'IFF rivolti a tutte le fasce d'età e motivati da varie esigenze, comprese quelle legate a necessità lavorative.
Una volta informatizzate, tali raccolte costituiranno materiale sempre più prezioso per la ricerca finalizzata anche all'elaborazione del nuovo tipo di tesi previsto dall'università della riforma.
La Biblioteca dell'IFF, al di là dei doni che manifestano l'amore e l'interesse per l'Istituto e la cultura che esso rappresenta (tra i più significativi in questo senso quelli della Reine de Roumanie e del Prince de Jugoslavie), si organizzò attorno ad alcuni nuclei funzionali alle diverse attività d'insegnamento e di ricerca interne all'Istituto stesso, nuclei che ne costituiscono l'ossatura attuale: lingua e lettere italiane per studenti francesi, in relazione con i corsi di abilitazione all'insegnamento dell'italiano in Francia; lingua e lettere francesi per studenti italiani, anche in funzione del diploma di abilitazione per l'insegnamento del francese in Italia; storia; storia dell'arte; storia della musica: quest'ultima sezione ha come consulente per i corsi e per gli acquisti di documenti musicali un intellettuale della portata di Romain Rolland; alla stessa sezione si deve l'organizzazione di prestigiose manifestazioni come il concerto di Vincent d'Indy che fece epoca.
All'interno dell'IFF insegnamento e ricerca sono tra loro in stretta relazione; una relazione anche aperta alla stretta collaborazione con l'Istituto di Studi Superiori, divenuto in seguito Università di Firenze, e, in particolare, con le Facoltà di Lettere e di Scienze politiche "Cesare Alfieri": da qui la presenza all'IFF di volumi di economia, storia, storia sociale, diplomatica, diritto.
All'inizio del secolo scorso collaborano con l'Istituto personalità come Pio Rajna, Parodi, Guido Mazzoni. Il loro insegnamento è da mettere in relazione con i ricchi, anche per valore materiale, fondi della fine dell'Ottocento e dell'inizio del Novecento relativi alla filologia, alla linguistica, alla letteratura italiana.
All'inizio del secolo Sostengono la politica culturale dell'Istituto, personalità come Croce, Ojetti, Salvemini e Pasquale Villari. Alcuni di loro fanno parte della Società degli Amici dell'Istituto, nella tradizione della quale la nostra Associazione si è -con tutta modestia- inserita.
Sin dall'inizio, la storia dell'IFF e della sua biblioteca di ricerca viene a far parte integrante della storia dell'Ateneo fiorentino e delle biblioteche universitarie.
Le diverse sezioni della Biblioteca dell'Istituto hanno avuto una prestigiosa vetrina nelle pubblicazioni scientifiche promosse e pubblicate dall'Istituto stesso, che saranno in deposito presso il polo pratese, insieme a collane rare -sia dal punto di vista del bibliofilo che del ricercatore- di filologia, linguistica, semitistica, etiopistica, scienze storiche, filologiche e religiose.
La Biblioteca dell'IFF si è dunque costituita in stretta interazione con l'officina di studio, ricerca e promozione che è l'Istituto di Piazza Ognissanti, per tutti "il Grenoble", fabbrica di cultura.
I livelli di scientificità ricercati e promossi da Luchaire sono testimoniati dal prezioso fondo della "réserve" nel quale sono conservati, tra l'altro, una pergamena medioevale, manoscritti di viaggio, un manoscritto firmato da Madame de Genlis, una delle più importanti scrittrici del Sette-Ottocento francese. Attorno a questi fondi prestigiosi, l'IFF e la Lazzerini-Campolmi, in sinergia con l'università ed altre istituzioni culturali, potranno creare eventi di risonanza culturale. Lo stesso vale per le quattromila "plaques" fotografiche di storia dell'arte, residuo del laboratorio di didattica e di ricerca che ruotava attorno a studiosi quali Gustave Soulier, André Michel, Emile Bertaux, Michel Reymond. In questa prospettiva, il DAMS pratese, come "ideatore" di eventi, e il DAMS fiorentino, attento a tutte le arti visive, si delineano come possibili, futuri partners privilegiati.
Lo stesso per la "bibliothèque des voix" su disco e nastro magnetico di autori, cantanti e attori francesi che sarà conservata nell'Istituto, e che può essere messa, ad esempio, in relazione con i documenti sonori conservati nella Biblioteca del Metastasio. Mentre le belle raccolte ottocentesche di storia e d'iconografia sacra, di storia e di scienze delle religioni, che si estenderanno dal Grenoble alla Lazzeriniana, troveranno certamente nelle Biblioteche vescovile e diocesana di Prato altrettanti "corrispondenti" con i quali collaborare alla loro giusta ri-valorizzazione.
Infine, nella mia qualità di Responsabile fiorentino della Lingua, Letteratura e Cultura Francesi nella Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento (SSIS toscana), tengo a sottolineare l'importanza per il territorio (la tendenza della SSIS universitaria toscana e di mantenersi assolutamente regionale), del fondo didattico-pedagogico (volumi, materiale audio-visivo, riviste) presente all'IFF.
La stessa SSIS, in collaborazione con l'AAIFF, è interessata a valorizzare questo fondo e a sostenerne l'ampliamento in funzione della preparazione e dell'aggiornamento degli insegnanti di francese di ogni ordine e grado. E' negli intenti dell'AAIFF promuoverne l'informatizzazione.
Tale fondo fa ormai parte della storia dell'insegnamento del francese lingua seconda di cui il Grenoble è da sempre centro di eccellenza. Allo stesso modo intende procedere per le nuove acquisizioni. L'iniziativa non può non interessare Prato che vede uno staff d'insegnanti francesisti di notevole valore, veri e propri impresari e intermediari di lingua e cultura tali e quali li auspicava Luchaire.
In un recente scritto, Maurizio Bossi sottolinea il fatto di trovarci realisticamente di fronte ad un nuovo rinascimento degli Istituti "stranieri" di cultura fiorentini che, entrati solennemente nella storia, si ri-aprono a quella sostanziale contemporaneità che li aveva caratterizzati.
La convenzione fra l'IFF e la Lazzerini, promossa e fortemente sostenuta dall'AAIFF, indica in effetti l'inizio di un rinascimento segnato da una nuova, più moderna, interculturale, diffusione e fruizione -a livello regionale e italiano- del libro francese, insieme alla lingua e la cultura di cui è portatore.
Si avvicina così la possibilità che il sogno di Luchaire si realizzi: il sogno che la sua "maison française" (il suo Istituto) servisse, insieme all'Italia, alla Germania, all'Inghilterra e a "d'autres nations encore" a mantenere i valori della cultura e dello spirito, a favorire la comunione e l'interpretazione delle diverse culture.
(1) Ringraziamo tutti coloro che hanno creduto a questo straordinario progetto e che l'hanno sostenuto moralmente ed economicamente. Un ringraziamento personale a R. Modica, S. Ferrone e T. Megale.