Cari Colleghi, cari Amici,

 

sono lieta di potervi incontrare, e con me naturalmente lo sono  tutti  i membri qui presenti del Consiglio Direttivo dell’AAIFF, per esporvi finalmente gli importanti risultati concreti  che abbiamo ottenuto in anni di lavoro continuo, spesso difficile e oscuro, ma sempre sorretto da un grande entusiasmo e dalla coscienza di dover svolgere un ruolo significativo nella salvaguardia della cultura francese - in maniera specifica a Firenze e in Toscana, ma anche, più in generale,  nel nostro paese.

Sono a tutti note la storia dell’Institut Français de Florence, la sua grande tradizione culturale ormai quasi centenaria - nel prossimo autunno si inizieranno i festeggiamenti per il suo primo secolo di vita; tutti ricordano i nomi gloriosi del suo fondatore e di molti dei suoi insegnanti e frequentatori, il supporto di inestimabile valore che ha costituito nel tempo la sua biblioteca, l’interesse suscitato da tanti incontri con personalità francesi organizzati nelle sale di Palazzo Lenzi. Non mi soffermerò quindi su questi temi, che chi vuole può approfondire consultando i siti web dell’Istituto e dell’Associazione stessa. Mi sembra invece utile ricordare brevemente la situazione in cui è nata l’AAIFF, le sue finalità e le condizioni in cui si è svolta la sua attività in questi anni.

Alla fine del secolo scorso si era infatti prospettata la chiusura dell’Institut français de Florence nel quadro di una strategia del Governo francese dettata da problemi di carattere economico che aveva già determinato la chiusura degli Istituti di Genova e di Roma - il notevole patrimonio librario di quest’ultimo è stato per fortuna rilevato dall’Università di Roma 3, e, dopo molti anni, è ora di nuovo disponibile grazie all’impegno di quei nostri colleghi.

Di fronte a una simile prospettiva, si verificò a Firenze una reazione spontanea da parte di chi frequentava l’Istituto, ne utilizzava le notevolissime risorse per il suo lavoro di studente o di insegnante e per le sue ricerche, o anche, semplicemente, amava la Francia e la sua cultura, e vedeva quindi la fine di una presenza così significativa e ormai quasi secolare come una gravissima ferita alla ricca tradizione fiorentina di rapporti internazionali. Nacque così, da una prima serie di incontri informali, un gruppo operativo che si costituì in Associazione legalmente riconosciuta il 20 aprile 2000, con uno Statuto su cui non intendo soffermarmi perché consultabile sul nostro sito. Tengo invece a sottolineare il carattere particolare di questo nucleo di soci fondatori, aperto a esperienze diverse pur nel comune interesse per la cultura francese, riservando una menzione specifica a due persone che hanno tenuto moltissimo a farne parte, due studiose francesi assai legate a Firenze e all’Istituto di piazza Ognissanti: Pierrette Renard, purtroppo da poco scomparsa, che è stata professore all’Università di Grenoble e ha sempre coltivato con passione le relazioni culturali franco-italiane, e sua figlia Isabelle Renard, autrice di un importante volume sulla storia dell’Istituto francese di Firenze edito dall’École Française de Rome nel 2001, i cui tratti salienti sono stati da lei presentati in un saggio apparso in traduzione italiana nell’Antologia Vieusseux, e disponibile anche sul nostro sito.

All’inizio del suo lavoro, il Consiglio Direttivo dell’AAIFF, costituito in via transitoria, come da Statuto, da una parte dei soci fondatori, ha cercato di stabilire con l’allora Direttore dell’Istituto Francese François Roche un’attiva collaborazione, che, puntando soprattutto sulla modernizzazione della Biblioteca, ma anche su programmi specifici di valorizzazione della lingua e della cultura francese, potesse dimostrare fattivamente l’interesse e la partecipazione degli ambienti fiorentini più qualificati non solo all’esistenza ma anche e soprattutto al rilancio dell’Istituto. Nel contempo, molti sondaggi e contatti venivano da noi operati per ottenere, dalle istituzioni locali, non solo la necessaria solidarietà nei confronti delle scelte politico-culturali dell’AAIFF, ma anche un concreto appoggio finanziario che ci permettesse di proporci all’Istituto in crisi come un partner solido e privilegiato. In questa prima, difficile fase della nostra attività, in cui era sempre incombente la minaccia della chiusura dell’Istituto, ci sono stati di grande aiuto e conforto da un lato, nella persona di Maurizio Bossi, la prestigiosa collaborazione culturale del Centro Romantico del Gabinetto Vieusseux, depositario di un prezioso patrimonio librario francese e di una grande tradizione di relazioni e studi nel campo che ci interessa, dall’altro, non meno importante e per molti versi decisiva, l’attenzione che ha inteso dedicare alle sollecitazioni dell’AAIFF l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che, con l’allora Presidente Alberto Carmi e con il suo Consiglio di Amministrazione, ha iniziato a sostenere finanziariamente la nostra Associazione, mentre consigli preziosi ci venivano prodigati con generosa disponibilità da Francesco Adorno. A posteriori, penso che si potrebbe considerare chiuso questo primo periodo della nostra attività con la firma, il 26 febbraio 2001, della Convenzione tra la nostra Associazione e l’Istituto Francese. Tale Convenzione, che formalizzava le caratteristiche della nostra collaborazione ed era stata sottoscritta dal Direttore Roche, doveva subire purtroppo dei ritardi nella sua specifica applicazione per il cambio verificatosi nei mesi seguenti al vertice dell’Istituto Francese.

Con il nuovo Direttore, Jérôme Bloch, dopo un periodo di indispensabile presa di contatti, l’AAIFF ha firmato una serie di accordi per rendere più chiare le modalità operative della Convenzione, definendo meglio le specificità della collaborazione culturale - che facevano tra l’altro dell’AAIFF un mediatore privilegiato tra l’Istituto e chi operava nell’ambito della francesistica nei licei, all’Università e alla SSIS, mentre impegnavano l’Associazione a un concreto supporto finanziario soprattutto in vista di una non più rinviabile riqualificazione della Biblioteca. È importante anche rilevare che nell’ultimo di questi documenti si sancisce la continuità nel tempo degli accordi stipulati, senza che ci sia più la necessità, in assenza di specifiche richieste di modifica, di continui rinnovi annuali.

Ma anche se la Direzione Bloch sembrava prefigurare più concretamente il mantenimento dell’Istituto nell’ambito fiorentino - tra l’altro veniva allora ripristinato il Consolato francese, anche se con un ruolo onorario - non mancavano segnali contrastanti. In particolare, l’ispezione di un esperto, e poi di alcuni altri funzionari francesi, aveva portato alla decisione di un mantenimento in vita dell'Istituto, che però, nonostante le nostre appassionate perorazioni, avrebbe dovuto essere orientato verso nuove istanze sociali e soprattutto verso un profilo di minore onerosità: di qui la volontà di operare un radicale “alleggerimento” della Biblioteca; radicale nel senso della dismissione della metà del suo ingente patrimonio di libri e riviste, e cioè, all’incirca, di 35.000 - 40.000 documenti. Iniziò allora per il nostro gruppo di amici l’ansiosa ricerca di una soluzione che evitasse la perdita di un così straordinario patrimonio culturale. Tra l’altro, la parte della Biblioteca che risultava troppo pesante da mantenere per l’Istituto era quella che in un modo certo generico, ma appropriato, si può definire la più antica, preziosa e comunque interessante per la ricerca, e non solo per quella di francesistica. Dopo un periodo di contatti fiorentini, in particolare con varie Facoltà e istituzioni universitarie, strette purtroppo da oggettivi e pesantissimi vincoli di bilancio e di spazio, per una serie di fortunati incontri di cui è stato protagonista in primo luogo Marco Lombardi, si prospettò la concreta possibilità di trovare, all’intero patrimonio librario destinato ad abbandonare piazza Ognissanti una collocazione non solo adeguata, ma prestigiosa, nella Biblioteca Lazzeriniana di Prato, modernamente diretta con grande competenza, passione e dinamismo dal dott. Franco Neri. La Lazzeriniana era infatti al cuore di un progetto straordinario, finalizzato al suo trasferimento, in un breve arco di tempo, in una struttura di archeologia industriale situata nel pieno centro della città, l’ex Fabbrica Campolmi, che, oggetto di un affascinante intervento di ristrutturazione mirata, poteva prevedere, con opportuni anche se costosi accorgimenti, l’accoglimento di una così ingente massa di volumi. Accertato l’interesse delle due parti in causa, l’AAIFF allora si adoperò perché giungessero a buon fine le trattative tra le Autorità francesi da una parte, rappresentate dal Direttore Bloch, e, dall'altra, la Biblioteca Lazzeriniana e il Comune di Prato, per i quali si esprimeva il dott. Neri. Dopo non poche difficoltà, nel febbraio del 2003 fu firmato un accordo, in cui veniva sancita la volontà della Lazzeriniana di accogliere in deposito i libri provenienti da piazza Ognissanti, che sarebbero comunque rimasti di proprietà dell'Istituto; nonché una stretta collaborazione tra le due biblioteche e, più in generale, tra le due istituzioni, in modo da iniziare la tessitura di quei fruttuosi rapporti culturali in ambito territoriale che rappresentano l’avvenire prossimo del nostro sviluppo sociale.

Nel frattempo, grazie alla generosa sponsorizzazione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’AAIFF poteva farsi carico di una serie di precisi e indispensabili interventi per la Biblioteca di piazza Ognissanti. In primo luogo è stato necessario finanziare un adeguamento normativo dell’illuminazione della sala di lettura, che abbiamo poi dotato di supporti informatici a disposizione degli utenti, acquistando però nel contempo anche alcuni computer con le relative stampanti per i bibliotecari. Abbiamo poi fatto fronte ai costi per la creazione del sito web dell’Istituto Francese, indispensabile strumento di informazione e di comunicazione per l’auspicato rilancio dell’Istituto. Infine, in vista di un progetto di informatizzazione congiunta del patrimonio librario francese consegnato in deposito a Prato e di quello rimasto a piazza Ognissanti, ci siamo accollati la maggior parte delle spese per il trasferimento dei volumi inviati a Prato, trasferimento completato nel corso del 2006. Il lavoro dell’Associazione in quest’ambito ha avuto tra l’altro il riconoscimento di una lettera ufficiale di ringraziamento indirizzata al suo presidente dall’allora Ambasciatore di Francia a Roma Loïc Hennekine.

Una nuova fase viene quindi ad aprirsi per l’attività dell’Associazione, anche per la presenza di un nuovo Direttore dell’Istituto Francese, Bernard Claude Micaud, che, dopo un’attenta valutazione di quanto finora compiuto, ha aderito con particolare interesse e decisione all’ulteriore sviluppo del nostro progetto. Si tratta infatti di procedere sulla via dell’informatizzazione del catalogo della Biblioteca, in sintonia, come già accennato, con quanto verrà fatto per i fondi francesi a Prato, al Vieusseux e in altre importanti biblioteche, in modo da creare un catalogo virtuale della francesistica toscana inserito nel sistema bibliotecario nazionale. Grazie al costante appoggio dell’Ente Cassa di Risparmio, che nella persona del suo nuovo Presidente Edoardo Speranza, particolarmente legato alle tematiche della cultura francese, ci ha assicurato le prime notevoli somme necessarie, l’AAIFF ha potuto recentemente firmare un contratto per l’informatizzazione di una prima tranche di volumi con la Ditta specializzata “Il Palinsesto”, che aveva presentato il preventivo più valido per professionalità e costi.

A questo punto non mi resta che accennare ad altre nostre attività, che intendiamo comunque potenziare nel prossimo futuro: la creazione del sito web dell’Associazione, dovuto al nostro Segretario Filippo Martellucci; il lavoro compiuto, in collaborazione con la Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario (SSIS) e il Dipartimento di Lingue e Letterature Neolatine, nell’ambito di progetti per un approccio rinnovato alla didattica della lingua e della cultura francese; e infine il partenariato previsto con l’Istituto per la celebrazione del Centenario della sua fondazione, con il patrocinio della Regione Toscana.

Occorre poi ricordare che, oltre ai continui contatti con scuole secondarie e le facoltà universitarie fiorentine, con la SSIS e il Gabinetto Vieusseux, l’attività dell’AAIFF ha visto l’interesse di Franco Fiorentino, Presidente del Seminario di Filologia Francese, presente al nostro incontro su Chateaubriand il 16 novembre 2004; nonché dei colleghi francesisti sia della SUSLLF (Società Universitaria per gli Studi di Lingua e Letteratura Francese) durante la loro assemblea annuale svoltasi a Firenze il 16 dicembre del 2005 sotto la presidenza di Franco Piva, sia dell’ANILS (Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere), rappresentata da Francesco Amato.

È importante sottolineare che l’AAIFF fa parte dal 2004 del Centro Associazioni Culturali Fiorentine (C.A.C.F.), insieme ad altre numerose istituzioni di grande prestigio e tradizione, come, ad esempio, gli Amici dei Musei, gli Amici del Teatro del Maggio Musicale, il Lyceum e la Leonardo da Vinci, cui si è aggiunta recentemente anche la Fondazione Alinari.

Per concludere, vorrei esprimere l’augurio che la nostra Associazione possa continuare proficuamente le sue varie attività grazie all’indispensabile supporto dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, così da rispondere in modo sempre più adeguato alle esigenze di tutti coloro che operano nel campo della nostra disciplina, ma anche e soprattutto di tutti coloro che amano la lingua e la cultura francese.

Maria Luisa Premuda